Quando si parla di artrite reumatoide ci si riferisce a un disturbo delle articolazioni sinoviali che, oltre al dolore, può anche causare deformazione e perdita delle funzionalità articolari. Esso in genere colpisce più spesso le donne e incide sulla popolazione in una misura pari all’1-2% (dopo i 55 anni di età il numero sale al 5%).
 
Per quanto concerne le cause, ad oggi non sono ancora chiarissime, anche se si pensa che influisca molto la predisposizione genetica. Secondo molti studi la reazione infiammatoria alla base della malattia potrebbe scattare per effetto di un microrganismo o dei superantigeni (gli autoantigeni, invece, dovrebbero rendere il disturbo cronico).
 
Come anticipato in precedenza, tra i principali sintomi dell’artrite reumatoide rientra certamente il dolore. Seguono poi una sorta di tumefazione calda e l’impotenza delle articolazioni. Tutti e tre i segni appena descritti cambiano nelle varie fasi della giornata, arrivando ai picchi massimi nelle prime ore del mattino.
 
Se l’infiammazione raggiunge i tendini possono comparire le cosiddette “dita a forma di cigno”, “dita a bottone in occhiello” o “dita a martello”. Dato che il disturbo è sistemico, può anche interessare organi diversi, tra cui, per esempio, polmoni, cuore, occhi, ecc. In aggiunta a tutto ciò, tale malattia porta un incremento della VES, alterazione febbrile e sensazione di malessere.
 
Dal punto di vista clinico, esistono quattro diverse varianti del disturbo in questione: la Sindrome di Caplan (con interessamento polmonare), la Sindrome di Felty (con splenomegalia e leucopenia), il Morbo di Still dell’adulto (con febbre alta e rash cutaneo) e l’Artrite Reumatoide Maligna (con interessamento vasculitico ed erosioni ossee).
 
Per accertare la presenza di artrite reumatoide di solito vengono innanzitutto eseguite delle radiografie alle mani e ai piedi: queste consentono di trovare problematiche come l’osteopenia iuxta-articolare, il gonfiore dei tessuti molli e la riduzione dello spazio articolare. Nei casi più gravi è possibile riscontrare erosione delle ossa e sublussazione.
 
Oltre alle radiografie, in fase di indagine sono utilizzate anche le risonanze magnetiche e le ecografie. Spesso e volentieri si procede poi con l’esecuzione del test per accertare la presenza del fattore reumatoide (entro il primo anno dalla comparsa della malattia questo può risultare negativo e in seguito positivo).
 
La cura della patologia avviene di solito con farmaci sistemici e locali, fisioterapia e nei casi più gravi con la chirurgia o gli interventi di artroprotesi.

Vedi anche: ARTICOLI PER LA CURA DELL'ARTRITE REUMATOIDE

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