Quando operare il piede piatto

L’operazione del piede piatto è di solito consigliata nei bambini tra gli 11 e i 14 anni di età con effettiva deviazione esterna del calcagno: una soluzione da testare soprattutto dopo aver accertato l’inefficacia dei plantari e della riabilitazione eseguita con esercizi di rinforzo muscolare.
 
Considerata la riabilitazione post intervento, i genitori che decidono di sottoporre i propri figli alla chirurgia, in genere, aspettano il periodo estivo delle vacanze. In alcuni casi, comunque, è anche possibile intervenire su giovani adulti.
 

Come effettuare l’operazione del piede piatto

Mentre in passato questo genere di operazione, oltre a interessare indistintamente strutture legamentose - capsulari, ossa e tendini, implicava anche il fastidioso utilizzo di un gesso, oggi ci si limita a inserire una vite sotto la caviglia tramite un foro richiudibile con un punto di sutura.
 
A seconda della situazione, tale vite può essere messa:
  • nell’osso astragalico;
  • nel seno del tarso;
  • o nell’osso calcaneare.
Dal punto di vista dell’utilità, la vite in questione da un lato evita la troppa inclinazione esterna del retropiede e dall’altro consente di mantenere la giusta curva interna del piede. L’operazione del piede piatto dura circa un quarto d’ora e può essere fatta in anestesia locale.
 

Quali trattamenti eseguire dopo l’intervento

Dopo l’intervento al piede piatto si prescrivono due giorni di antidolorifici e in seguito degli antibiotici da assumere tramite bocca. Il punto presente viene tolto dopo una decina di giorni e nel frattempo il piede va tenuto bendato con fascia elastica e accuratamente medicato.
 
Di solito non serve alcun percorso riabilitativo: il paziente inizia a camminare assumendo una posizione antalgica del piede e con il passare dei giorni migliora sempre di più. Dopo circa quattro settimane lo stesso dovrebbe addirittura riuscire a correre normalmente.
 

I materiali delle viti

Se la vite adoperata è in acido polilattico viene assorbita in modo naturale dall’organismo nel corso del tempo. Se invece la vite stessa è realizzata in materiale non riassorbibile va rimossa generalmente entro un periodo massimo pari a circa tre anni (chiedere al proprio medico quale procedura seguire).

Vedi anche: I NOSTRI PLANTARI


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