La tendinite alla spalla è uno dei dolori più comuni che possono presentarsi fra i 35 e i 40 anni di età. Essa è solitamente frutto di un’infiammazione dei tendini che collegano la scapola all’omero, causata da una ripetizione continua dei movimenti. Come si può riconoscere, quali sono gli esami da effettuare e quali le terapie da seguire? Di seguito l’approfondimento.

 

Come si riconosce la tendinite alla spalla

Capita spesso che la tendinite alla spalla venga scambiata per un dolore passeggero, destinato a scomparire nel giro di pochi giorni. Come è già stato detto questo tipo di patologia è determinato da una ripetizione costante dei medesimi movimenti dell’articolazione. Lavoratori e sportivi, sono quelli che più comunemente ne soffrono.

Quello che la differenzia da un fastidio passeggero o uno strappo è il dolore continuo. Se il tendine è infiammato, infatti, non si riuscirà a torcere il busto senza sentire lancinanti fitte. Questo è il primo sintomo che può far pensare ad una tendinite.

Rivolgersi ad uno specialista è la scelta migliore per identificare concretamente l’origine del problema. Di solito il primo esame effettuato dall’ortopedico è quello tattile, se vi è un effettivo sospetto di tendinite, allora si passa alla radiografia o all’ecografia (per escludere eventualmente problemi di artrosi).

 

Terapie più indicate per la tendinite alla spalla

Fra i primi interventi per arginare i dolori relativi alla tendinite alla spalla, il più consigliato è il riposo assoluto dell’articolazione. Per un paio di giorni si dovranno ridurre al minimo gli sforzi ed è consigliabile fasciare la spalla con un tutore. In caso di dolore incessante gli antiinfiammatori possono essere di enorme aiuto.

Se l’infiammazione è di lieve entità, si può ricorrere a terapie quali la ionoforesi o gli ultrasuoni. Queste tecniche hanno però effetto solo su tendiniti lievi, in caso di patologia cronica è necessario effettuare visite più specifiche ed eventualmente interventi chirurgici.

Sottovalutare la tendinite alla spalla è estremamente sconsigliabile, poiché essa può sfociare in patologie più gravi che, se ignorate, rischiano di portare ad un’effettiva perdita di forza nell’arto.  Al comparire dei primi dolori è quindi saggio rivolgersi al medico curante per avere delucidazioni più specifiche sulla situazione, per poter così agire di conseguenza.

Se dopo un tot di tempo si dovessero ripresentare gli stessi dolori, è consigliabile rivolgersi subito al proprio ortopedico di fiducia per monitorare la situazione e trovare soluzioni più consone al problema.


Cosa ne pensi? Hai domande? Scrivici